La crisi economica ha riportato alla ribalta dei media generalisti i Bitcoin, una moneta virtuale a metà fra la farsa e la rivoluzione (qualche esempio QUI e QUI). Nel febbrario 2012 – ovvero già 14 mesi fa – Players intervistava Vili Lehdonvirta, economista e – probabile – fautore della fantomatica valuta. Vi riproponiamo il pezzo in questione, estratto da Players 12, che potete scaricare gratuitamente in tutta la sua gloria dal nostro Archivio.

Bitcoin, una valuta elettronica creata apparentemente dal nulla, potenzialmente in grado di sovvertire le normali convenzioni finanziarie a cui siamo abituati. Amata da smanettoni, compratori paranoici e loschi individui, ma anche da chi cerca qualcosa a cui guardare nel caso soluzioni “più tradizionali” ci traghettassero velocemente al disastro finanziario. Con transizioni impossibili da tracciare e una pesante dipendenza dalla rete, può Bitcoin rivoluzionare il sistema? Ne parliamo con Vili Lehdonvirta, uno dei più prominenti ricercatori al mondo operanti nel campo delle economie virtuali. Fra le istituzioni in cui Vili ha lavorato ci sono la London School of Economics and Political Science, l’Università di Turku, l’Università di Helsinki e l’Università di Tokyo e Waseda. Diverse compagnie, fra cui World Bank, CCP Games, Rovio, Microtask e Sulake, si avvalgono della sua esperienza e consulenza in materia.

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Benvenuto Vili. Puoi spiegare in due parole qual è il concetto sotteso a Bitcoin, e perché ne abbiamo bisogno?

Bitcoin è una valuta digitale completamente decentralizzata. Non sono sicuro che “serva” – non sono l’avvocato del diavolo, solo un commentatore. Il creatore originale ha dichiarato che l’idea era quella di creare una valuta non manipolabile dai governi. L’emissione di nuovi Bitcoin è controllata da un algoritmo distribuito – nessuno può emettere nuovi Bitcoin a piacimento, contrariamente alle valute nazionali o digitali più convenzionali.

Un altro vantaggio che i proponenti citano di frequente è che le transizioni con Bitcoin hanno costi bassissimi. In più c’è la questione della privacy: sebbene le transazioni di Bitcoin siano pubbliche, è semplice mascherare le identità di chi vi partecipa.

Quali potrebbero essere le conseguenze reali dei Bitcoin se iniziassero a essere accettate da canali più mainstream? Credi che il concetto di questa valuta sia semplice da afferrare per il consumatore medio?

Credo che per il consumatore medio e i retailer online, i vantaggi di Bitcoin non superino gli svantaggi. Anche se i costi di transazione sono bassi, prima devi comunque comprare Bitcoin, e la conversione di moneta include sempre costi molto alti e rischi durante il processo di cambio.

Per tutti quelli che non vogliono – o non possono – usare un’infrastruttura di pagamento ufficiale, Bitcoin può offrire una soluzione. Un esempio negativo potrebbe essere un’organizzazione criminale che usa i Bitcoin per il riciclaggio di denaro. Un esempio positivo, invece, è quello di un’organizzazione che promuove i diritti umani e usa i Bitcoin per ricevere donazioni quando un governo oppressivo decide di tagliare l’accesso a forme di pagamento ufficiali, come è accaduto nel caso di WikiLeaks negli Stati Uniti.

Se consideriamo uno scenario apocalittico, dove le valute nazionali entrano nella spirale dell’iper-inflazione, Bitcoin potrebbe plausibilmente diventare l’equivalente dell’“oro digitale”, mantenendo il suo valore. Ma non siamo ancora arrivati a quel punto.

Come si fa a “minare” Bitcoin?

Per minare Bitcoin si utilizza uno speciale programma che cerca soluzioni a un puzzle matematico che produce Bitcoin e allo stesso tempo aiuta a mantenere il network funzionante. Per spenderli, si utilizza un secondo software che funge da portafoglio virtuale.

Quando ho cercato di informarmi sul mining, mi sono reso conto che la potenza computazionale del mio computer non è affatto sufficiente per instaurare una vera e propria “operazione di scavo”. Secondo http://www.bitcoinminer.com/, serve almeno una server farm, o qualcosa di equiparabile. Se ne avessi una in casa, che aspettative potrei avere in quanto a ritorno finanziario?

Non sono un esperto della questione, ma le leggi economiche suggeriscono che sul lungo termine il rendimento dello scavo di Bitcoin converge con il costo dell’hardware e dell’elettricità, rendendo i profitti nulli. In più, l’algoritmo sotteso a Bitcoin è progettato per far sì che il mining diventi sempre più difficile al crescere dei Bitcoin in circolazione, fino all’impossibilità pratica di proseguire con il mining.

Che opinione hanno i banchieri dei Bitcoin? Alcune persone sulla rete sembrano considerare l’intera idea una truffa, adducendo motivazioni come: Bitcoin è una moneta costruita per early adopter, in deflazione, difficile da convertire e impossibile da “sistemare” a causa della sua natura decentralizzata nel caso qualcosa andasse storto. Che ne pensi?

Credo che molti banchieri semplicemente ne ignorino l’esistenza. Bitcoin ha avuto un picco di popolarità nell’estate del 2011, a causa di una sostanziale copertura mediatica. La conseguenza è stata quella che un sacco di curiosi hanno iniziato ad acquistare Bitcoin, creando un picco nel tasso di cambio rispetto alle valute nazionali. Quando l’interesse dei media si è assopito, il tasso di cambio è tornato alla normalità, scontentando molti acquirenti dell’ultima ora. Capisco perché alcune persone possano considerare Bitcoin come una truffa, ma a essere onesti situazioni del genere sono del tutto impossibili da controllare per i creatori di Bitcoin, e non credo che personalmente ne traggano alcun vantaggio. La questione è che quando hai una valuta del genere, il tasso di cambio è inerentemente volatile. Per nostra sfortuna, questa volatilità rende Bitcoin anche meno attraente.

I Bitcoin hanno potenzialmente un “lato oscuro”. In passato la valuta è stata accusata di essere perfetta per comprare ad esempio pornografia infantile o droga. Concordi?

Sì, credo che Bitcoin spinga la questione dell’anonimato un po’ troppo in là.

Alcuni chiedono: “Ma cosa cambia rispetto a pagare in contanti?”. La mia risposta è che sebbene le transazioni in denaro contante siano anonime, l’anonimato non è talmente sicuro da rendere impossibile l’applicazione della legge. Le transazioni in denaro contante sono fisiche, quindi possono essere investigate utilizzando normali procedure di polizia. E quando muovi una larga somma di denaro attraverso le frontiere, ti viene richiesto di dichiarare la tua identità alla dogana per impedire il riciclaggio di denaro.

Mi preoccupa la mancanza di privacy finanziaria quando usiamo carte di credito o PayPal, ma sono anche preoccupato dall’opposto, che è la mancanza di un legittimo controllo democratico sui flussi finanziari.

Il presunto creatore di Bitcoin è Satoshi Nakamoto, un cittadino giapponese. Non ci sono però prove che Satoshi sia mai esistito all’infuori di Bitcoin: non ha mai scritto nulla in giapponese, non esiste un client giapponese di Bitcoin e nessuno l’ha mai incontrato di persona. Alcune voci di corridoio ti indicano come il vero responsabile dietro al progetto Bitcoin. Hai commenti sulla questione?

Bitcoin è frutto di un design ingegnoso, e sarei contento di poterne rivendicare la paternità. Ma la mia conoscenza di crittografia e C++ non sono nemmeno lontanamente comparabili a quelle dimostrate dal creatore di Bitcoin.

Credo che Nakamoto non sia giapponese, ma a parte quello, non ho idea di chi potrebbe essere. Magari un gruppo di persone, chissà.



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Tommaso De Benetti

Guadagnatosi di recente il sarcastico soprannome di "Caro Leader", Tommaso vive e lavora ad Helsinki. Come è facile intuire, per circa 10 mesi all'anno vive sepolto nella neve, circondato da donne bellissime. Tutto il tempo che gli rimane lo passa ad abbaiare ordini e a prendersi cura di vari progetti, fra cui Players, RingCast e icolleghi.tumblr.com.

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1 Comment

  1. Servono più servizi e più coinvolgimento qui in Italia. Bitcoin è una rivoluzione.
    Non basta http://www.bitcoinmarket.net e http://www.agrobit.net
    Vogliamo spendere la nostra moneta !!! Ciao

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